presentazione

Non sono (solo) tua
Donne che aspettavano l’amore


Spesso capita di sentire che quando una donna dice basta, lo fa per sempre, non torna indietro. Quello che non si dice, però, è che a molte, troppe donne la possibilità di dire basta viene crudelmente negata, soffocata, e che allora queste donne si perdono nei labirinti dell’annientamento o muoiono, spesso uccise dai loro carnefici, con i corpi torturati, cancellati. La violenza sulle donne non ha confine. E’ socialmente trasversale, ed emotivamente deflagrante. E' una bomba che esplode nei loro corpi smembrandoli dall’interno come un virus, e dietro c’è sempre quello che si stenta a definire marito, compagno o anche uomo, essere umano. Nell’ombra, nascosto nella sua viltà, c’è “l’orco”, per dirla con la donna che si cela dietro lo pseudonimo di Rosalind B. Penfold; c’è l’immondo che lascia sadicamente deflagrare l’ordigno distruggendo tutto. Se sopravvivono, quel che rimane di queste donne è spesso uno sguardo spento, sempre a occhi bassi, e una voce spezzata dai cazzotti e dalle minacce assestati da chi avrebbe dovuto dare loro (solo) amore. Se non muoiono sotto i colpi degli orchi, per quanto forti siano, le donne violate, rimangono incatenate per sempre alla violenza subita, in famiglia come all’esterno, fisica come verbale, dallo stupratore o dallo stalker, dal marito come dal padre, perché come scrive l’autrice francese Virginie Despentes, lo stupro “è ossessionante”. “Ci penso sempre”, si legge nel suo King Kong Girl. Spesso le donne violate si sentono ripetere ‘Sei solo mia’, e purtroppo è sempre più pericoloso per loro reagire e rispondere “Non sono (solo) tua”. Le sei donne che sul palcoscenico faranno sentire le proprie voci nello spazio di un gruppo di sostegno sopportano il peso di storie tragiche. Queste donne subiscono mariti violenti e pericolosi, hanno vissuto lo stupro di gruppo, il duplice tentato omicidio del marito, il gioco perverso di uno stalker e la violenza subita da una figlia poco più che bambina che per vergogna si è tolta la vita. Sono donne che nella loro infinta attesa dell’amore sono rimaste intrappolate nelle nebbie del dolore e della disperazione, da cui solo alcune di loro sono tornate.

Lino Belleggia